Il 2 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale delle Zone Umide. Queste ultime sono state identificate, su scala internazionale, attraverso la firma della Convenzione di Ramsar nel 1971. Il documento è stato siglato per tutelare tali ecosistemi ad alta biodiversità.
Questa ricorrenza non deve tuttavia distogliere l’attenzione dalle aree umide antropizzate, ove resta necessario intervenire in maniera puntuale per tutelare la salute dell’uomo controllando i vettori che trasmettono agenti patogeni, quindi malattie infettive, come le zanzare.
Lotta alle zanzare a basso impatto ambientale
I metodi di lotta alle zanzare sono numerosi ed in continua evoluzione per far fronte alle specie aliene ormai insediate in molti territori italiani, come la zanzara tigre e la più recente zanzara coreana, e limitare l’impiego di sostanze chimiche che possano influire sulla sopravvivenza di insetti non bersaglio e/o contaminare i corsi d’acqua o il suolo.
Il trattamento delle larve per prevenire il proliferare di zanzare
L’azione sui focolai di riproduzione è fondamentale per la riduzione dell’impatto ambientale, agendo in maniera mirata solo laddove vi sia conclamata attività larvale. Il ricorso all’impiego sistematico di regolatori di crescita o di sostanze naturali favorisce la progressiva riduzione dell’infestazione in maniera selettiva e sicura per gli insetti utili. Il metodo è efficace se si basa sull’analisi del territorio e la sua continua osservazione mappando i possibili focolai di riproduzione tra ristagni d’acqua permanenti ed occasionali e ricercando le aree di ovodeposizione, in particolare per la zanzara tigre, tra cavità delle piante o di arbusti e contenitori in cui è plausibile l’accumulo di acqua stagnante anche occasionale.
I tombini di scolo delle acque piovane, ad esempio, devono essere oggetto di monitoraggio, in quanto la presenza di acqua stagnante rappresenta uno dei primari luoghi di riproduzione. L’applicazione di sostanze inerti ed atossiche permette di eliminare lo sviluppo delle zanzare per circa 20 giorni. I classici ristagni di acqua possono invece essere oggetto di trattamenti a base di microorganismi come il Bacillus thuringiensis Israeliensis che ha un’azione molto selettiva ed ha allo stesso tempo un impatto ambientale praticamente nullo essendo innocuo per esseri umani e animali.
Queste applicazioni necessitano dell’intervento competente e professionale, effettuato da aziende specializzate nel settore.
Gli operatori di Fumigat Srl sono a disposizione, grazie alla lunga esperienza aziendale forte di oltre ottant’anni di attività, per offrire trattamenti a basso impatto ambientale in base alla tipologia di infestazione e alle aree su cui intervenire.
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